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Ecoprogetto Milano

Ecoprogetto Milano

Impianto nel Comune di Albairate (MI) di trattamento di matrici organiche dei rifiuti (FORSU) per la produzione di biometano attraverso digestione anaerobica.

L'impianto sorge nel Comune di Albairate (Milano) su un'area di 40.000 mq all'interno del Parco Agricolo Sud Milano. Lo stabilimento produce biometano avanzato, immesso nella rete gas nazionale per uso autotrazione, ottenuto da rifiuti organici e compost di qualità da utilizzare in agricoltura a pieno campo come ammendante, attraverso processi produttivi distinti in due fasi: anaerobica e aerobica.

La digestione anaerobica, applicata al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, è un processo che consente di limitare gli impatti ambientali e ottimizzare i processi gestionali e di recupero. Sostiene, quindi, l'economia circolare, perché promuove il completamento del ciclo virtuoso dei rifiuti, attraverso il trattamento e recupero della materia, producendo energia pulita.

Molteplici e immediati sono i vantaggi per il territorio: occupazione, investimenti e ritorno economico per le aziende locali, risparmio per il Comune e i cittadini.

Il progetto industriale è stato sviluppato in virtù di una concessione pluriennale del Comune di Albairate ed è regolata da apposita convenzione. La concessione per la costruzione e l'esercizio dell'attività e lo stabilimento impiantistico appartengono ad "Ecoprogetto Milano Srl", che è la cosiddetta "SPV - Special Purpose Vehicle", una società di scopo costituita appositamente per la gestione generale dell'iniziativa industriale.

I numeri chiave del progetto

7 mln Sm³ di biometano avanzato all'anno che equivalgono a:

  • più di 118 mln km percorribili da veicoli a metano
  • oltre 4.700 auto a metano alimentate in un anno
  • un risparmio di 5.440 t di petrolio equivalente
  • meno 13.650 t di CO₂ fossile immessa in atmosfera

Caratteristiche e finalità dell’impianto

Limpianto di Albairate è destinato al trattamento dei rifiuti organici urbani e alla produzione di biogas e biometano. Il processo è organizzato in due distinte aree disposte in serie. Nella prima si sviluppa il processo di digestione anaerobica, in cui le biomasse conferite subiscono una conversione di tipo biochimico che porta alla produzione di biogas/biometano e di un prodotto intermedio derivante dal fango digerito (digestato); nella seconda viene attuata la trasformazione del digestato in un ammendante di qualità (compost).

L'impianto può trattare 90.000 tonnellate di rifiuti organici differenziati per una produzione annua di 7 milioni annui di biometano che saranno immessi direttamente nella rete gas nazionale per l'utilizzo nel settore dei trasporti.

Oltre al biometano, la materia solida viene lavorata per la produzione di circa 20.000 tonnellate di ammendante compostato misto, il compost, un fertilizzante per lutilizzo in agricoltura a pieno campo, molto richiesto per colture biologiche, certificato secondo la normativa di settore.

INPUT

Materiale destinato alla digestione anaerobica e/o compostaggio:
200108, 200201

 

OUTPUT

Biometano

Compost da rifiuti (definito non rifiuto)

 

Tecnologia utilizzata: Digestione anaerobica a umido e compostaggio aerobico in biocella

Capacità dell'impianto: 90.000 t/anno di FORSU

Capacità giornaliera impianto: 247 t/giorno

Produzione nominale biometano: 1000 Sm³/h

Produzione annua di biometano: 7 milioni di Sm³/a

Compost di qualità prodotto: 20.000 t/anno

Schema di flusso

LA FASE ANAEROBICA

L'impianto è dotato di un sistema di pretrattamento dei rifiuti organici provenienti da raccolta differenziata (FORSU), per consentire la digestione anaerobica dei materiali.

  1. RICEZIONE E PRETRATTAMENTO MECCANICO

Il pretrattamento consente di eliminare le componenti di disturbo come imballi (sacchetti, ecc.) e inerti non putrescibili (sabbie, ecc.) e di preparare, con la triturazione e l'aggiunta di acqua di ricircolo, la sospensione grezza da avviare ai digestori per la fase biologica anaerobica.

  1. DIGESTIONE ANAEROBICA

A. DIGESTORE
Il substrato, preliminarmente riscaldato e portato alla temperatura di 37°-40°C è condotto al digestore, alimentato più volte al giorno, in cui si sviluppa il processo biochimico anaerobico ad opera di batteri metanigeni. Il materiale è continuamente mescolato per mezzo di agitatori verticali e lance di ricircolo biogas che evitano fenomeni di sedimentazione e garantiscono l'omogeneizzazione dello stesso ed il mantenimento costante del pH e della temperatura del substrato all'interno del digestore. In questa fase si producono biogas, avviato ad un gasometro per la successiva raffinazione in biometano, e digestato avviato, invece, alla disidratazione e al successivo stadio di post-fermentazione.

B. IMPIANTO DI UPGRADING
La valorizzazione del biogas avviene tramite un impianto di upgrading per la produzione di biometano che sarà compresso e immesso nella rete di gas naturale per l'utilizzo nel settore dei trasporti.

LA FASE AEROBICA

C. DISIDRATAZIONE DEI RESIDUI DI FERMENTAZIONE
Il substrato in uscita dal digestore viene trattato in centrifughe, in modo da separare la fase liquida dalla fase solida. La fase liquida separata viene ricircolata nel processo, mentre l'acqua in eccesso viene avviata all’impianto di depurazione interno e quindi alla fognatura pubblica. Il materiale disidratato viene avviato alla fase di compostaggio aerobico, previa miscelazione con le matrici strutturanti triturate.

  1. COMPOSTAGGIO AEROBICO

Terminata la fase di miscelazione, il materiale viene caricato all'interno delle celle in cui avviene il processo di biossidazione accelerata. Al termine della fase di compostaggio aerobico si ottiene un compost di qualità da impiegare come ammendante organico in agricoltura o per ripristini ambientali.

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ultimo aggiornamento
05 gennaio 2021 - 12:54 CET